RICHIESTA RIAPERTURA PESCA RICREATIVA E DELLE ATTIVITA’ IMPRENDITORIALI CONNESSE

Feb 19, 2021

RICHIESTA RIAPERTURA DELLA PESCA RICREATIVA E DELLE ATTIVITA’ IMPRENDITORIALI DI PRODUZIONE E VENDITA DI ARTICOLI PER LA STESSA CON L’AVVIO DELLA COSIDDETTA FASE DUE POST EMERGENZA COVID-19

L’emergenza sanitaria legata al coronavirus ha segnato profondamente il nostro tessuto sociale economico e produttivo.

Dopo la fase acuta di tale emergenza ci stiamo lentamente avvicinando alla tanta auspicata fase due che dovrà, gradualmente far ripartire il paese, le sue attività produttive ed in generale la vita civile, sociale ed economica del paese, seppure con una serie di accortezze necessarie.

Il motore produttivo e industriale del paese deve gradualmente ripartire, ma dobbiamo tenere in considerazione che il cuore dell’ossatura economica italiana è caratterizzato, in particolare, da milioni di piccole e medie imprese presenti su tutto il territorio nazionale.

Tra queste vi sono anche le aziende e i negozi che producono e vendono articoli per la pesca sportiva e ricreativa.

Numeri, quelli del settore della pesca che sono – più di ogni altra cosa – esaustivi. Nel nostro paese, infatti, i pescatori sportivi e ricreativi sono circa 2,5 milioni ed oltre 100.000 di questi praticano ogni anno attività agonistiche legate al settore della pesca sportiva. Sono presenti, inoltre, circa 1500 punti vendita specializzati nella pesca sportiva e ricreativa e 1000 punti vendita generici che trattano anche articoli per la pesca sportiva, con una manodopera impegnata nella produzione, importazione e distribuzione all’ingrosso, commercio al dettaglio e servizi in genere, di oltre 15.000 unità.
A questo si aggiungono i dati della nautica da diporto fino a 9 mt venduta ogni anno in Italia; il 30 per cento è venduta per la pratica della pesca sportiva così come il 50 per cento delle strumentazioni elettroniche.

Al giro d’affari del settore, per un volume di circa 400 milioni di euro (solo accessori), deve essere aggiunto il giro di affari dell’indotto che è stimabile in circa 2,8/3 miliardi di euro e comprende le spese sostenute da ogni pescatore per spostamenti, pasti, pernottamenti, barche, motori, carburanti, permessi, manutenzioni, etc.

Tutto questo mondo è in crisi e rischia di morire sotto gli effetti dell’attuale situazione di emergenza.

La fase due prevederà sicuramente anche la ripresa di una serie di attività sportive e ricreative che non creino assembramenti e che potranno essere svolte rispettando il distanziamento sociale e l’utilizzo di appositi strumenti di prevenzione come le mascherine.

La pratica della pesca ricreativa rientra perfettamente in questo genere di attività, perché al pari di una passeggiata in solitaria può essere praticata da soli e in totale sicurezza e per normativa – anche prima del covid-19 – prevede il rispetto di una distanza obbligatoria tra pescatore e pescatore di circa 10 m.

La pesca ricreativa comporta, infatti, necessariamente una distanza tra un pescatore e l’altro in quanto l’azione di pesca deve essere esercitata in maniera distanziata per il rispetto dell’autonomia e dell’azione di pesca di ciascun pescatore.
Possiamo quindi affermare con certezza che la pratica della pesca sportiva e ricreativa può evitare qualsiasi forma di assembramento.

Anche gli spostamenti tra la propria abitazione e lo spot di pesca (fiume-lago-mare) possono essere effettuati individualmente e con propri mezzi. Se un pescatore dovesse essere fermato per un controllo dalle forze dell’ordine potrebbe tranquillamente produrre un’autocertificazione allegando la propria licenza di pesca nelle acque interne oppure la comunicazione obbligatoria per la pratica della pesca ricreativa in mare che deve essere fatta al M.I.P.A.A.F. .

Ragionamento analogo può essere svolto per quanto riguarda i negozi e le aziende che producono e vendono articoli per la pesca ricreativa.

Attraverso le regole del distanziamento sociale e dell’ingresso contingentato dei clienti può essere garantito l’afflusso in totale sicurezza ai negozi di pesca dove i pescatori si riforniscono di esche e di attrezzature nonché la sicurezza dei lavoratori.
Ragionamento analogo per le aziende produttrici che possono rifornire tali negozi.

Il distanziamento sociale, l’ingresso contingentato nei negozi e l’utilizzo dei dispositivi per la sicurezza personale diverranno, peraltro, sicuramente obbligatorie nell’esercizio di qualsiasi tipo di attività nelle prossime settimane.

Riteniamo che non si possa penalizzare ulteriormente un settore ricreativo ma anche economico che coinvolge milioni di persone nel nostro paese e che muove un indotto così rilevante.

Per tutto quanto detto sopra la FIOPS, in rappresentanza di un gran numero di pescatori sportivi e ricreativi italiani e di produttori e venditori di articoli per la pesca chiedono che l’esercizio della pesca sportiva e ricreativa e lo svolgimento dell’attività di produzione e vendita di articoli ed essa destinati siano tra quelle attività che possano ripartire nella fase due post emergenza covid 19.

La Fiops rimane a disposizione delle istituzioni per qualsiasi ulteriore supporto di carattere tecnico che si renda utile nell’affrontare l’attuale situazione.

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