LA LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI PER RIPRESA PESCA

Feb 19, 2021

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Avv. Giuseppe Conte

– Al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali

On. Teresa Bellanova

– Al Ministro per le Politiche Giovanili e Sport

On. Vincenzo Spadafora

– Al Commissario Dipartimento della Protezione Civile

Dott. Angelo Borrelli

RICHIESTA RIAPERTURA DELLA PESCA RICREATIVA E DELLE ATTIVITA’ IMPRENDITORIALI DI PRODUZIONE E VENDITA DI ARTICOLI PER LA STESSA CON L’AVVIO DELLA COSIDDETTA FASE DUE POST EMERGENZA COVID-19

L’emergenza sanitaria legata al coronavirus ha segnato profondamente il nostro tessuto sociale, economico e produttivo.

Dopo la fase acuta di tale emergenza ci stiamo lentamente avvicinando alla tanto auspicata fase due che dovrà gradualmente far ripartire il paese, le sue attività produttive ed in generale la vita civile, sociale ed economica, seppure con una serie di accortezze necessarie.

Il motore produttivo e industriale del paese deve gradualmente ripartire, ma è necessario tenere in considerazione che il cuore dell’ossatura economica italiana è caratterizzato, in particolare, da milioni di piccole e medie imprese presenti su tutto il territorio nazionale.

Tra queste vi sono anche le aziende e i negozi che producono e vendono articoli per la pesca sportiva e ricreativa.

Numeri, quelli del settore della pesca, che sono – più di ogni altra cosa – esaustivi ed esplicativi.

Nel nostro paese, infatti, i pescatori sportivi e ricreativi sono circa 2,5 milioni ed oltre 100.000 di questi praticano ogni anno attività agonistiche legate al settore della pesca sportiva.

Sono presenti, inoltre, circa 1500 punti vendita specializzati nella pesca sportiva e ricreativa e 1000 punti vendita generici che trattano anche articoli per la pesca sportiva, con una manodopera impegnata nella produzione, nell’importazione e nella distribuzione all’ingrosso, nonché nel commercio al dettaglio e nei servizi in genere, di oltre 15.000 unità.

A questi si aggiungono i dati della nautica da diporto (fino a 9 mt): ogni anno in Italia il 30% delle imbarcazioni è venduto per la pratica della pesca sportiva, così come il 50% delle strumentazioni elettroniche.

Al giro d’affari del settore, per un volume di circa 400 milioni di euro (solo accessori), deve essere aggiunto il giro di affari dell’indotto che è stimabile in circa 2,8/3 miliardi di euro e comprende le spese sostenute da ogni pescatore per spostamenti, pasti, pernottamenti, barche, motori, carburanti, permessi, manutenzioni, etc.

Tutto questo mondo è in crisi e rischia di morire sotto gli effetti dell’attuale situazione di emergenza.

La fase due prevederà sicuramente la ripresa di una serie di attività sportive e ricreative che non creino assembramenti e che potranno essere svolte rispettando il distanziamento sociale e l’utilizzo di appositi strumenti di prevenzione come le mascherine.

La pratica della pesca ricreativa rientra perfettamente in questo genere di attività, perché al pari di una passeggiata in solitaria può essere praticata da soli e in totale sicurezza e per normativa – anche prima del covid-19 – prevede il rispetto di una distanza obbligatoria tra pescatore e pescatore di circa 10 m.

La pesca ricreativa comporta, infatti, necessariamente una distanza tra un pescatore e l’altro in quanto l’azione di pesca deve essere esercitata in maniera distanziata per il rispetto dell’autonomia di ciascun pescatore.

Possiamo quindi affermare con certezza che la pratica della pesca sportiva e ricreativa può evitare qualsiasi forma di assembramento.

Anche gli spostamenti dalla propria abitazione allo spot di pesca (fiume-lago-mare) possono essere effettuati individualmente e con propri mezzi.

Se un pescatore dovesse essere fermato per un controllo dalle forze dell’ordine potrebbe tranquillamente produrre un’autocertificazione allegando la propria licenza di pesca nelle acque interne oppure la comunicazione obbligatoria per la pratica della pesca ricreativa in mare che deve essere fatta al M.I.P.A.A.F. .

Ragionamento analogo può essere svolto per quanto riguarda i negozi e le aziende che producono e vendono articoli per la pesca ricreativa.

Attraverso le regole del distanziamento sociale e dell’ingresso contingentato nei negozi di pesca, dove i pescatori si riforniscono di esche e di attrezzature, può essere garantita sia la sicurezza del personale addetto, sia la sicurezza dei clienti.

Ragionamento analogo per le aziende produttrici che possono rifornire tali negozi.

Il distanziamento sociale, l’ingresso contingentato nei negozi e l’utilizzo dei dispositivi per la sicurezza personale diverranno, peraltro, sicuramente obbligatorie nell’esercizio di qualsiasi tipo di attività nelle prossime settimane.

Riteniamo che non si possa penalizzare ulteriormente un settore ricreativo sì, ma anche economico, che coinvolge milioni di persone nel nostro paese e che muove un indotto così rilevante.

Per tutto quanto detto sopra la FIOPS, in rappresentanza di un gran numero di pescatori sportivi e ricreativi italiani e di produttori e venditori di articoli per la pesca, chiede che l’esercizio della pesca sportiva e ricreativa e lo svolgimento dell’attività di produzione e vendita di articoli ed essa destinati siano tra quelle attività che possano ripartire nella fase due post emergenza covid 19.

La Fiops rimane a disposizione delle istituzioni per qualsiasi ulteriore supporto di carattere tecnico che si renda utile nell’affrontare l’attuale situazione.

Arezzo 21 aprile 2020

Il Presidente                                        Il Direttore

Andrea Collini               Dott. Francesco Ruscelli

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