RICERCA PESCA RICREATIVA AFFIDATA A UN ENTE SOSTENUTO DALLA PESCA PROFESSIONALE

Feb 18, 2021

Raccolta dati a cura dell’Unimar: GRANDI PERPLESSITÀ DELLA FIOPS SULL’APPROCCIO METODOLOGICO UTILIZZATO E SULL’ATTENDIBILITÀ STATISTICA

Il Mipaaf, Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, direzione generale della pesca e dell’acquacoltura, nello schema finanziario piano di lavoro 2017/2019 (dal giugno 2017 al dicembre 2019), nella sezione “pesca ricreativa”, ha stanziato differenti fondi per la raccolta dati di cattura: grandi pelagici (tonno, spada) ed elasmobranchi (squali) 398.000 euro, per l’anguilla 183.000 euro e, per lo studio pilota su tutte le specie della pesca ricreativa, 165.000 euro. 

Quest’ultimo consiste nella raccolta dati tramite stampati con interviste ai pescatori e, successivamente, tramite invio via mail agli indirizzi presi dal censimento Mipaaf sulla pesca ricreativa D.m. 6/12/2010.

L’istituto che ha vinto l’avviso pubblico è stato l’Unimar, organismo scientifico riconosciuto dal Mipaaf, che ha assunto il ruolo di capofila del progetto. Questo ente risulta composto dai soci: Cirspe (Federcoopesca) con sede a Roma, Consorzio mediterraneo (ex Lega pesca) con sede a Roma e Icr (Ong, istituto cooperativo di ricerca) sempre con sede a Roma. Sono tutte strutture rappresentative del mondo della pesca professionale.

Per questo, vorremmo esprimere alcune osservazioni in proposito.
La prima è di carattere metodologico. Che valenza statistica può avere un dato che si basa sulla raccolta di questionari con interviste effettuate tramite invio di un’e-mail a i nominativi presi dal censimento Mipaaf sulla pesca ricreativa? Il dato sarà elaborato non per fasce di età, tecniche di pesca, aree geografiche ma solo in base ai questionari che ritorneranno?

Chi compila il logbook facoltativo sarà, con ogni probabilità, chi va molto a pesca e cattura di più. Inutile dire che questo va a discapito dell’obiettività dei dati che saranno poi elaborati, peraltro, da un organismo che, seppur riconosciuto, rappresenta il mondo della pesca professionale che, da decenni, sta cercando di dimostrare che il problema del mare sono i prelievi sugli stock ittici effettuati dei pescatori ricreativi.

La seconda osservazione è di carattere politico.
Riteniamo non opportuno che una ricerca che riguarda il settore della pesca sportiva e ricreativa sia svolta da un ente sostenuto dalla pesca professionale. Può insinuarsi il dubbio di un conflitto di interesse oggettivo nell’analisi dei dati seppure individuati con parzialità ed inadeguatezza statistica rispetto al settore.

In conclusione serve un approccio scientifico e metodologico completamente diverso che abbia una maggiore valenza statistica e che consenta di individuare con precisione i dati.
Per tale motivo riteniamo sostanzialmente inutile questo questionario e riteniamo che le cifre stanziate avrebbero potuto essere spese in maniera molto più utile e adeguata.

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