Una promessa alla Fiops, un impegno verso tutti i pescatori. Il ministro della giustizia Andrea Orlando ha accolto nella sede di via Arenula a Roma, Francesco Ruscelli, direttore della federazione italiana operatori pesca sportiva che, neanche un mese fa, gli aveva consegnato una dettagliata memoria sul fenomeno del bracconaggio; il documento, realizzato grazie al supporto degli esperti Roberto Ripamonti e Michele Valeriani, conteneva anche uno studio normativo effettuato dall’avvocato Federica Bartolini per conto della Fiops. Lo scopo era quello di discutere la modifica al testo della legge 154 del 2016 in modo da rendere più severe le pene per il reato di bracconaggio.
«Un fenomeno grave – ha esordito il ministro Orlando – che non soltanto colpisce un’attività di grande rilevanza sociale come quella della pesca sportiva ma anche perché, in molte realtà, distrugge l’ecosistema desertificando in modo spesso irreparabile molte zone del nostro Paese. Credo si debbano utilizzare tutti i mezzi a nostra disposizione per contrastare e sconfiggere questa piaga».
Uno degli strumenti, suggerito dalla Fiops, potrebbe essere la riqualificazione del reato come delitto. «L’articolo 40 della legge 154 – ha evidenziato Francesco Ruscelli – prevede la configurazione del bracconaggio come contravvenzione mentre i comportamenti a cui assistiamo seguono modalità mafiose, paragonabili a quelle di un’associazione a delinquere. La riqualificazione del reato consentirebbe alle forze dell’ordine di intervenire con strumenti operativi più incisivi ed efficienti come l’arresto in flagranza di reato».
Una strada che il Ministro pare intenzionato a percorrere.
«Con l’attuale configurazione del reato, è impossibile contestare l’associazione a delinquere che, in verità, è oggi uno dei sistemi con cui si organizza e si esprime il fenomeno del bracconaggio. Penso che questa sia un’ipotesi da prendere seriamente in considerazione. Convocherò al più presto un tavolo delle associazioni per affrontare la tematica».
Parole “dolci” per le orecchie dei circa 2 milioni di pescatori che, soltanto in Italia, muovono un indotto di circa due miliardi di euro all’anno. Il confronto si è concluso nel ricordo di Valerio Verri, la guardia ittica volontaria di Legambiente che, mentre stava compiendo un controllo anti bracconaggio, è stata tragicamente uccisa.
«Una vicenda drammatica che rende il senso delle dimensioni che questo fenomeno ha assunto, degli interessi in gioco e anche della violenza con cui è portato avanti. Ne approfitto – termina il Ministro Andrea Orlando – per ringraziare tutte le guardie volontarie che concorrono a mantenere un sistema di regole che dobbiamo implementare e tutti i pescatori sportivi che, con la loro attività, contribuiscono ad una manutenzione del territorio e ad una vigilanza su di esso».