Si è svolta ieri pomeriggio l’audizione sollecitata dalla Federazione italiana operatori pesca sportiva, nella nona Commissione del Senato, quella agricoltura e produzione agroalimentare. Fra i principali temi affrontati, la regolare attività di pesca in acqua dolce in Italia, i controlli nel settore della pesca sportiva e, di conseguenza, la grave piaga del bracconaggio ittico. Dopo aver consegnato una dettagliata memoria e uno studio sul fenomeno e essere stato accolto dal ministro della giustizia Andrea Orlando nei giorni scorsi, il direttore della Fiops Francesco Ruscelli, insieme al collaboratore ed esperto Roberto Ripamonti, si è recato ai livelli più alti delle istituzioni per cercare insieme una possibile soluzione.
“Essere arrivati alla nona Commissione del Senato è un passo importante – ha sottolineato Ripamonti – perché il bracconaggio ittico non riguarda più soltanto le regioni del nord Italia ma è un problema nazionale che mette in pericolo la sicurezza dei cittadini e degli appassionati”.
Al tavolo sono stati invitati i principali rappresentanti delle associazioni dei pescatori sportivi: oltre a Ruscelli e Ripamonti per Fiops erano presenti il presidente della Fipsas Claudio Matteoli, il presidente dell’ArciPesca Fisa Fabio Venanzi, il coordinatore del settore pesca dell’Unione Enalcaccia PT Giacomo Cretti e il presidente dell’Efsa Italia Massimo Brogna.
“Oggi questo tema – ha dichiarato la senatrice Maria Teresa Bertuzzi, capogruppo del Pd in Commissione – deve spostarsi di livello: il bracconaggio ittico è portato avanti da organizzazioni criminose e non può essere affrontato con i soli strumenti a disposizione di Regioni e Enti locali. E’ una responsabilità di ordine pubblico non confinabile all’unico settore di competenza della nona commissione ma deve coinvolgere il Ministero degli interni e il Ministero degli esteri per aspetti differenti di competenza. Non è un problema della pesca sportiva ma mette a rischio la sicurezza dell’intera popolazione”.
D’accordo sulla gravità della situazione attuale anche il capogruppo in Commissione di Forza Italia, il senatore Bartolomeo Amidei che ha proposto di impiegare l’esercito per combattere questo crimine.
“Dobbiamo usare tutti i deterrenti possibili – ha detto – E’ utile identificare il bracconaggio come reato di associazione a delinquere perseguibile penalmente ma non è sufficiente. Il problema deve essere arginato quanto prima. L’idea di utilizzare l’esercito, anche se apparentemente può far paura, potrebbe essere una soluzione efficace, tenuto conto soprattutto delle difficoltà di organico, dello smantellamento della polizia provinciale e del corpo forestale dello Stato. Se vogliamo garantire la sicurezza qualcuno deve intervenire”.
Soddisfatto per l’esito dell’incontro il direttore della Fiops Francesco Ruscelli poiché l’audizione ha sottolineato un’ulteriore presa di coscienza da parte delle istituzioni sulla drammaticità del fenomeno del bracconaggio.
Due settimane fa al ministro della giustizia Orlando, Ruscelli aveva proposto la riqualificazione del reato di bracconaggio ittico come delitto in modo da consentire alle forze dell’ordine di intervenire con strumenti operativi più incisivi ed efficienti come, ad esempio, l’arresto in flagranza di reato.
“Credo che sia necessaria – aggiunge adesso Francesco Ruscelli – una forte collaborazione interministeriale che provveda alla modifica dell’articolo 40 della legge 154. Il coinvolgimento del Ministero dell’Interno, inoltre, sarebbe fondamentale nel coordinamento mirato delle forze di polizia in azioni di prevenzione e di indagine per contrastare il fenomeno e quello del Ministero degli Esteri per affrontare il delicato problema di relazioni nazionali con alcuni paesi dell’est. Da alcune etnie in particolare infatti provengono la gran parte delle figure che commettono, molto spesso, azioni bracconaggio ittico in maniera organizzata”.